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A LE MANS con LE MANS MODEL FAN CLUB

Luglio 2004

La leggenda si scrive sotto i vostri occhi. E’ lo slogan che compare sui manifesti ufficiali della 24 Ore di Le Mans, da qualche anno a questa parte. Retorico quanto basta per accompagnarsi alla più prestigiosa delle 24 Ore internazionali. Eppure…

La mia storia incomincia qualche settimana prima della 24 Ore del 2002. Ritornato senza impegni di lavoro dopo uno stage aziendale, e senza grossi intrallazzi sentimentali, decido di investire i pochi euri guadagnati dallo stage nel pellegrinaggio alla corsa più importante dell’anno. Molte speranze di trovare posti in albergo non ce ne sono, e tra l’altro non saprei nemmeno come muovermi. Sondo alcuni amici giornalisti di qua e di là della manica, ma è tutto vano. Mi ero mosso in macroscopico ritardo e le speranze che saltasse fuori qualcosa erano comunque risibili. Quando me ne ero fatto abbondantemente una ragione, a tre settimane dal via dell’edizione 2002, Autosprint pubblica la lettera di un lettore che vorrebbe andare a vedere la gara, e non sa come andare, con chi, e come sistemarsi. Gli viene risposto di andare sul sito del Le Mans Model Fan Club (http://www.lemansmodelfanclub.org/home.htm ), che organizza tutti gli anni una trasferta con un autobus. Vado sul sito, faccio una telefonata, e l’avventura incomincia…

La mente del “Le Mans Model Fan Club”, è Nicola Sandivasci, un anorak (come direbbero gli inglesi), del modellismo e di questa corsa leggendaria. Oltre ad essere una persona squisita ed estremamente gentile, Nicola è insieme: un grande organizzatore, un appassionato irriducibile, un ventenne “a vita” (anche se è vicino a doppiare quell’età ed è felicemente sposato, con un figlio). Le attività del club sono testimoniate dal sito ufficiale. Limitandosi alla trasferta per la 24 Ore invece, posso dire che risponde a tutte le esigenze di chi vuole accostarsi a questo evento nel modo migliore. Intanto non c’è bisogno di avere amici appassionati con cui andare. Si fa immediatamente amicizia con gli altri partecipanti. Sul “da dove” partire, non c’è problema. Nicola parte da Ferrandina (MT) e raccoglie i “co-equipiers” salendo verso nord. Sul “quanto”, posso dire che si tratta di una cifra molto contenuta, e più si è, meno si spende. Sul “come”, non ci sono ugualmente difficoltà. Si può dormire nel Ducato (con sedili completamente ribaltabili) o portarsi una propria tenda.
Ovviamente non finisce qui. Per chi partecipa ci sono graditissimi regali e bellissimi premi ad estrazione. Gli omaggi consistevano quest’anno in un cappellino (autografato) di Christian Pescatori e in un modello in serie limitata in scala 1/43 della Modelli Auto (a scelta tra una Fiat 600 e una Fiat 1400). I premi, gentilmente offerti dagli sponsor, farebbero felice qualsiasi appassionato. Mi limito a dire che il primo premio è un corso di pilotaggio su Formula Renault Campus, gentilmente offerto dalla Drumel Motorsport di Luca Drudi. Per la cronaca, l’ha vinto il sottoscritto...
Dulcis in fundo, erano a disposizione alcuni pass per i paddock da usare a turno.

La mia avventura comincia la mattina di giovedì 13, quando mi aggrego alla comitiva a Milano, verso le 13. Alla radio c’è Italia-Messico. Per fortuna abbiamo acciuffato la qualificazione. Almeno il lungo viaggio che ci aspettava l’abbiamo affrontato con umore leggero, ringraziando Pinturicchio e ironizzando sui francesi rispediti a casa dalla Danimarca. Per raggiungere Le Mans è necessario affrontare tutta la Francia. Era la prima volta che viaggiavo in Francia e devo dire che è fornita di tante ottime strade statali poco trafficate, su cui non mancherò di tornare con la giusta spider in mano e con una bambolina brillante quanto basta sul sedile sinistro (non è un errore, la spider la voglio col posto passeggero sulla sinistra). Il Ducato TD, da parte sua, viaggia regolare come un orologio anche se ormai corre da oltre 12 ore. Il condizionatore fa il suo lavoro e in nove si sta larghi, “freschi” e comodi. Le 22 arrivano in un soffio e ci si può fermare per un abbondante cena. Poi tutta una tirata fino alle 9 di venerdì mattina. Una cosa che non sapevo è che il venerdì il mitico rettilineo delle Hunaudieres è aperto al traffico e lo percorriamo (nella direzione opposta a quella della corsa), per raggiungere i parcheggi del circuito. Nel parcheggio non si fanno code, giusto il tempo di pagare il biglietto e ci si può sistemare e montare le tende. Veniamo piazzati alle spalle del terrapieno che fa da tribuna naturale alla esse in discesa dal ponte Dunlop, uno dei punti più coreografici di questo delizioso circuito!!!

Non c’è che dire, il viaggio è stato lungo e faticoso, ma appena varcati i cancelli della pista, la stanchezza vola via!!! E’ qualcosa di magico, ed è solo l’inizio.
C’è solo voglia di andare alla scoperta del villaggio, dei paddock, e delle bancarelle, piene di poster, magliette, modellini, tutti di altissimo livello. Si può passare una giornata intera a fare compere, ma è meglio non farsi prendere la mano, a meno di non essersi posti dei limiti di spesa… Graditissima presenza nel villaggio, le ragazze immagine della MG, una decina di inglesi spettacolari, che regalano adesivi e si fanno fotografare volentieri coi tifosi. Grazie MG!!!
Il piatto forte del venerdì è comunque l’apertura al pubblico di mezzo paddock, con la possibilità di incontrare i piloti e scambiare quattro chiacchiere; e della pit lane. Su quest’ultima si può assistere allo smontaggio e al rimontaggio completi di tutte le vetture, con la possibilità di fare foto molto ravvicinate alle stesse, nonché chiedere chiarimenti tecnici a meccanici e ingegneri. Ciliegina sulla torta una visitina al Museo dell’Automobile. Le macchine non sono tante, soprattutto quelle che hanno corso a Le Mans, ma il prezzo del biglietto è tutto sommato onesto.

Tra una cosa e l’altra il venerdì scorre veloce, eppure non si vede l’ora che la corsa inizi. C’è sempre qualcosa da fare, ma l’attesa è palpabile.
Il sabato della gara è una giornata strana. Ci si alza chiedendosi cosa si potrà mai fare fino alle 16.00, l’ora fatidica della partenza. Una mano la danno tutte le cerimonie preliminari, tra cui la sfilata della auto storiche; la parata dei piloti (molto carina Milka Duno, le foto non le rendono giustizia); lo schieramento delle vetture a spina di pesce sul rettilineo dei box; l’esibizione delle ballerine di can-can, gentilmente offerta da uno dei team Ferrari (ma sotto la gonna non avevano i mutandoni, una volta???); e naturalmente l’apparizione delle super bionde californiane dell’Hawayan Tropic, che hanno il preciso scopo di scatenare terremoti ormonali sulle gradinate.

Le tribune naturali si riempiono man mano, si suonano gli inni di tutte le nazioni di provenienza dei piloti, le macchine si schierano sul rettilineo dei box, parte il giro di ricognizione e poi, alle 16.00, il VIA!!! Davanti agli occhi degli spettatori tutte le più belle macchine da corsa possibili e immaginabili sfilano tutte insieme e incominciano a sorpassarsi, a doppiarsi, a fare i primi tentativi di fuga sugli avversari diretti. Le Audi impongono subito il ritmo, ma alla MG non aspettano molto prima di rompere gli indugi e di iniziare a metterle sotto pressione. Gli spettatori nel frattempo incominciano a girare tra le varie curve, per vedere le vetture impegnate in diverse condizioni e per fotografarle. Le Mans è un circuito magnifico, che sale e scende in continuazione e offre eccellenti punti d’osservazione. Col solo biglietto di ingresso alla pista si può girare tutto il percorso. Ci sono molti posti in cui si è veramente vicini alla pista e si possono fare ottime foto. Attraverso i maxischermi è poi possibile dare ogni tanto una controllata alla classifica, per vedere come si evolve la corsa. All’inizio la gara non sembra così leggendaria, e la difficoltà delle Dallara, della Bentley e della Dome di Jan Lammers nel tenere il ritmo delle corazzate d’argento è motivo di delusione per chi si aspettava una gara più combattuta. Poi, come detto, la gara s’infiamma col ritorno della MG, e comincia una battaglia accesissima. Le piccole 2000 turbo britanniche si mettono a girare allo stesso ritmo delle Audi e la lotta va avanti fino a notte fonda. Intanto si va avanti a fare foto. La 24 ore è fatta di momenti magici, come il tramonto, con le vetture che puntano a fari accesi verso la palla rossa che si abbassa sulla curva di Mulsanne.
Il colpo d’occhio della pit-lane di notte, coi box illuminati a giorno è altrettanto spettacolare, con le macchine che sfrecciano sul rettilineo, o si fermano a rifornire, senza sosta.
Io incomincio a dare segni di stanchezza verso le 24, e mancano ancora 16 ore di gara, come tre “1000 Km di Monza” di fila!!! Alle 01 circa getto la spugna, e mi addormento al dolce rumore dei motori in accelerazione verso la salita che porta a Tertre Rouge. La ninna nanna più dolce che esista…
L’alba è un altro momento magico, e l’ammirazione per questa competizione diventa amore incondizionato. La notte si è portata via, insieme alle MG, gli ultimi dubbi su chi avrebbe vinto alla fine, eppure nelle ultime ore ci si appassiona alla battaglia per il primato tra i team privati, tra le Dallara dell’ORECA e l’Audi privata del team Goh. Le ultime 5 ore passano in un soffio, prendendo i tempi di queste vetture che continuano ad inanellare giri dopo 19 ore di corsa. Le vedi passare sul rettilineo dei box e infilarsi in pieno nella prima curva a destra e ti sembra di vedere i filmati con le Porsche 917 e le Ferrari 512. E’ la magia di questa gara. Le macchine cambiano, i protagonisti passano, ma la pista è sempre quella, lo stesso delizioso mix di curve veloci e rettilinei; e le battaglie sono sempre epiche. L’Audi di Dalmas, Ara e Katoh è sempre più vicina, e rosicchia secondi dopo secondi. Eppure spero con tutto il cuore che le vetture di Varano portino a casa almeno questo punto d’onore. E’ solo all’ultimo giro che i piloti della R8 bianca si arrendono. La festa sta per incominciare. E festa è!!!
Tutte le vetture che passano in parata sul rettilineo. I commissari permettono al pubblico di invadere la pista e di ammassarsi sotto il podio. Non ti sembra vero. Per l’Italia è stata un edizione memorabile. Emanuele Pirro, “il Prost de noantri”, vince per la terza volta consecutiva la corsa più bella dell’anno, entrando a pieno diritto tra i più grandi piloti della storia. E’ anche il quinto successo in sei anni per i piloti italiani. Onore ai due compagni che condividono con lui questo strepitoso trionfo, Franck Biela e Tom Kristensen ( per quest’ultimo siamo addirittura a quota 4 vittorie!!!). Il team Joest è al quinto successo in sette anni. Con loro entra nella storia l’Audi, che con tre centri raggiunge Jaguar e Matra.
Come diceva lo slogan della gara? Ah, ecco:
La leggenda si scrive sotto i vostri occhi…

Franco TEDESCHI


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