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       FERRARI 512 S , LE MANS 1970 #6 - a cura di Massimo GEMINIANI

 

La vettura:  Telaio n° 1044 della Sport di Maranello. La vettura apparteneva al gruppo 5, necessario per la la partecipazione al Mondiale Marche di vetture di cc 5.000 costruite in almeno 25 esemplari. La 512 S era dotata di un telaio e semi-monoscocca in lega leggera ed il motore era posizionato in posizione centrale-longitudinale. Il motore era un V 12 di 4.993,53 cc con angolo tra le bancate  di 60°. Erogava inizialmente 550 CV a 8.500 giri/minuto. Il peso era di circa 850 kg.LA 24 ORE DEL 1970:  Undici Ferrari contro 7 Porsche nella categoria Sport Prototipi. Si può riassumere così la presentazione della gara del 1970. Dopo 24 ore però potremo dire disfatta Ferrari e dominio incontrastato Porsche. All'arrivo, tripletta della casa tedesca, con la vittoria della 917 K della filiale austriaca di Salisburgo che sconfisse le favoritissime gemelle del team Gulf di John Wyer e la 917 KH (coda lunga) del Martini racing Team. Data l'edizione bagnatissima della gara, ci fu un “ecatombe” di vetture: solo 7 i concorrenti classificati.  Il pilota siciliano Nino Vaccarella portò la “nostra”  vettura al secondo tempo in prova girando in 3' 20”00 ed ebbe l'onore di prendere la partenza della gara. Purtroppo, dopo una brutta partenza, si trovò in quarta posizione. A Mulsanne superò il compagno di squadra Merzario al volante della vettura gemella ed al 5° giro, scavalcando Rodriguez, sulla Porsche 917 K n° 21, riguadagnò la posizione conquistata in qualifica. Due giri dopo però il pilota siciliano dovette rientrare inaspettatamente ai box causa una perdita dell'olio che portò la vettura all'immediato ritiro. Dopo appena 27 minuti di gara la Ferrari perse una delle sue vetture di punta, preambolo di una memorabile disfatta complessiva. Da notare inoltre, che l'astro nascente dell'automobilismo italiano, Ignazio Giunti, non percorse nemmeno un giro.

Il mio modello Kit ormai piuttosto raro prodotto dalla BBR di Saronno. L'amico, nonché socio del sodalizio Daniele Malavasi, mi ha commissionato questo lavoro ed ho così avuto l'onore e l'onere di montarlo. Il kit si presenta con la solita caratteristica del produttore italiano: pezzi in resina e metallo bianco molto belli già praticamente sgrossati. Completano il kit fotoincisioni, cerchi in ottone ed un foglio decals ben stampato. Da non sottovalutare due fogli di istruzioni a colori con la foto del modello finito. E' data la scelta di montare il cofano motore aperto o chiuso:  dato che amo “diventare matto”, ho preferito scegliere la prima delle opzioni. In questo caso ritengo sia necessario cercare su internet fotografie o disegni della zona posteriore per poter dettagliare nel miglior modo possibile tutto il retrotreno. In questo caso mi è corso in aiuto l'amico Ulisse Teruzzi, grande collezionista di modelli Ferrari nonché costruttore di Kit esclusivi pluri premiati.

Montaggio: Come già accennato i pezzi vanno sgrossati quel tanto per portarli a misura e, seguendo le istruzioni BBR si procede spediti al montaggio senza errori. Occorre prestare la massima attenzione nel far combaciare il cofano al telaio considerando che a verniciatura finita lo spessore aumenterà di qualche decimo di millimetro.

Motore: Eccoci al punto focale del kit. Il motore risulta essere completamente a vista. Procedete seguendo le istruzioni, dedicando tempo e pazienza agli scarichi che, come in tutte le Ferrari da competizione degli anni settanta sono bianchi e hanno un andamento a “spaghetto”. I tromboncini del 12 cilindri in realtà erano trasparenti ma per non rifarli ex-novo li ho verniciati in argento. La testata è nero satinato. Ho aggiunto i cavi delle candele, che in una fotografia ho trovato di colore rosso, ed il cavo elettrico che dallo spinterogeno va alla centralina. Ho omesso, per non appesantire troppo l'insieme, il posizionamento dei tubi di alimentazione degli iniettori che andrebbero posizionati all'interno delle due file di tromboncini.

Sospensione: Anche in questo caso, seguendo le istruzioni alla lettera, si riesce a montare in gruppo delle sospensioni e barra anti-rollio abbastanza facilmente; ho aggiunto solo il cavo del liquido freni che dalle pinze “sparisce” sotto al cambio.

Abitacolo: Semplice e spartano come in tutte le vetture da competizione di quegli anni. Ho aggiunto solo la  fotoincisione del selettore ad H delle marce e l'estintore che ho posizionato sul pianale davanti al sedile del passeggero (in alcuni casi era sotto il vano della porta sinistra).

Verniciatura:  La carrozzeria è nel classico Rosso Ferrari Fiat 120 della Talken. Per il telaio ho usato il colore Alluminio RAL 9006. I sedili sono nero satinato così come il cruscotto e tutti gli interni ad eccezione della paratia che divide l'abitacolo dal vano motore che è Alluminio. Per il gruppo motore-cambio ho usato questo procedimento: ho steso a pennello una mano di Alluminio Humbrol 11, poi una mano di grigio metallico Humbrol 56 molto diluito; una volta asciutto ho passato una mano di opacizzante. Il risultato finale mi è sembrato ottimo. Se si lasciano le fotoincisioni al colore naturale e il gruppo sospensivo Alluminio, l'insieme è molto realistico con i contrasti dei vari colori metallici. Ho lasciato cerchi nel colore bronzo come fornito dal kit. La paratia che separa il vetro del cofano al motore è rossa e non alluminio come consigliato.

Decals: Molto belle e resistenti per poter essere manipolate senza problema. Al solito le ho posizionate e successivamente ho  passato 3 mani leggere di Trasparente Lucido Talken. Solo a modello finito ho posizionato quelle relative al numero sulle fiancate in quanto metà delle stesse “cade” sulla parte inferiore del telaio, quella per intenderci, colorata in alluminio.

Finitura e assemblaggio finale:  Dopo aver posizionato i vetri, uniamo la carrozzeria al telaio e successivamente incolliamo il motore nella sua sede. Prima di aggiungere gli scarichi, che al contrario di quanto consigliato dalle istruzioni ho aggiunto in questa fase, ho posizionato i tiranti che dal telaio vanno ai mozzi/sospensioni posteriori. Ho poi aggiunto i tubi dei radiatori dell'acqua ed il relativo serbatoio autocostruendolo e posizionandolo nel vano a sinistra della fiancata. In ultimo ho fatto l'assetto ed incollato le ruote. A questo punto non mi è rimasto  che mettere il tergi, gli sfoghi d'aria delle ruote anteriori e lo specchietto retrovisore.

Conclusioni: Ottimo modello con una storia particolare. Quest'anno cadeva il quarantennale dalla morte di Ignazio Giunti e mi è sembrato corretto dedicargli la costruzione  della vettura con la quale ha partecipato (solo alle prove) alla 24 ore di Le Mans.

 

Massimo Geminiani  (Settembre 2011)

 

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