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       MARCH PORSCHE 85 G , LE MANS 1986 #21 - a cura di Massimo GEMINIANI

 

La vettura:  Progettata nel 1985 da Max Sardou, Adrian Newey e Robin Herd fu il naturale sviluppo dei modelli 82 G e 84 G degli anni precedenti. Questa nuova vettura aveva un telaio monoscocca in honeycomb kevklar/carbonio rivestito in pannelli in alluminio. La particolarità di questo telaio era la possibilità di montare una vasta gamma di motori. Nel 1985 furono venduti ben 11 telai di questo tipo e i clienti più prestigiosi furono la BMW e la Nissan. La vettura che a noi interessa, montava il motore Porsche 935 2.8 turbo 6 cilindri e apparteneva alla categoria IMSA GTP e la bontà di un buon progetto telaistico unito ad un motore potente ad affidabile fece si che la vettura vinse la propria classe nella 24 Ore del 1986 benché iscritta da un team privato.

La 24h del 1986: L’evoluzione della pista francese, mai cessata nel corso degli anni continuò anche per la gara del 1986. La curva della Mulsanne fu ridisegnata escludendo la rotatoria per creare ex-novo un tratto più interno. Purtroppo proprio in quel punto alla domenica mattina perì in un incidente Jo Gardner al volante della Porsche 962 C del Team Kremer. La vittoria assoluta, per la 6 volta consecutiva, premiò la Porsche, che piazzò le sue vetture ai primi 7 posti. Nell’occasione in modello 962 C vinse  con alla guida Derek Bell, Al Holbert ed Hans Stuck. La “nostra” March si piazzò 14° assoluta percorrendo 4.040,834 km alla media di 168,59 km/h vincendo, come già detto la classe IMSA GTP. I piloti erano Richard Cleare, Lionel Robert e Jack Newsum

Il mio modello Il Kit della PROVENCE MOULAGE (n° k1281) ormai irreperibile, da me trovato sul mercatino del Club, si presenta nel consueto standard della ditta francese. La scatola di montaggio è composta da una trentina di pezzi. 10 sono in resina, 10 in fotoincisione, i cerchi, le gomme, lo stampo dei vetri dell’abitacolo e dei fari. Alcuni pezzi sono in più e quindi saranno eliminati alla fine. Al solito mancano le istruzioni ed è presente solo la classica foto del modello finito oltre che al foglio delle decals. Su internet con difficoltà ho trovato le foto degli interni della vettura, mentre di immagini in gara a LM ne ho trovata solo una e di cattiva qualità.

Montaggio: Devo dire che nella prima fase il modello non presenta particolari difficoltà. Ho eliminato subito il tubo di scarico stampato insieme al fondo, sostituito con un tubo di ottone di mm 1,5 di diametro che posizionerò a lavoro ultimato. L’unica cosa negativa riscontrata dopo aver tolto tutte le bave di stampa è che il fondo nella parte terminale è storto e non combacia perfettamente con la carrozzeria. Ho trovato storto anche l’alettone. Purtroppo la resina tende a “sedersi” quando diventa vecchia e il nostro kit è senz’altro vecchiotto. Con un po’ di pazienza e acqua calda  però riesco a raddrizzare il tutto.Cerchi: Ho voluto dedicare due righe ai cerchi in quanto li ritengo, una volta finiti molto belli. Attenzione a staccare gli interni dalla matarozza: sono molto fini e tendono a rompersi. Vanno verniciati in ORO HU 16. Per cui, per riassumere, il tondino all’interno si vernicia in NERO OPACO HU 33, i cerchi si lasciano “naturali” e gli interni colorati vanno applicati dopo.Abitacolo: Semplice, semplice. Una volta pulito dalle bave di stampa, sgrassato con un bagno in acetone puro si può tranquillamente procedere alla verniciatura. Nella realtà l’abitacolo è in alluminio grezzo con i pannelli a vista. Quindi procedo con la solita mano di PRIMER che una volta asciugato coprirò con un paio di mani di NERO OPACO RAL 9010. A questo punto procedo verniciando a pennello in alluminio HU 11 il pannello alle spalle del pilota, il pavimento l’estintore ed i fianchi. Le cinture sono azzurre. L’unica modifica eseguita riguarda l’installazione della leva del cambio tornita (il pomello è marrone) e l’aggiunta di cavi sul pianale di fianco al sedile del pilota

Verniciatura: Dopo aver sgrassato la scocca con un bagno rapido in acetone puro ho passato 2 mani di PRIMER (non è stato necessario stuccare nulla) e 5 mani di BIANO LUCIDO RAL 9010 intervallate da una passata leggerissima con della carta abrasiva molto fine (1000-1500). L’alettone, insieme ai supporti è ROSSO LUCIDO FIAT 120. Decals: Un disastro. È la parte che si altera maggiormente con il tempo. Vanno trattate con il liquido MICROSCALE ma così facendo rimangono molto spesse e difficili da far combaciare. Ci vuole molta accortezza nel maneggiarle ed il mio consiglio oltre a quello di usare l’ammorbidente TRON è  quello di aggiungere nell’acqua un po’ di Vinavil per farle aderire meglio alla carrozzeria

Finitura: Dopo aver posizionato le decals, i vetri (attenzione a sagomare bene le sedi ed a mascherarli con il MASKOL) ed i fari, si procede alla finitura con il TRASPARENTE LUCIDO Talken. Per una brillantezza ottimale ne ho dato 3 mani leggerissime e l’ultima più “carica”.  Gli interni sono neri i passaruota BUFF TAMIYA XF 57 e le luci sul tetto in ROSSO TRASLUCIDO. Per i ganci ferma cofano ho usato dei pezzettini di fotoincisione recuperati dal mio “magazzino”. Ho posizionato il tubo di scarico menzionato prima ed martinetto di sollevamento in mezzo allo scivolo le luci laterali ed i ganci di soccorso.Ho terminato il tutto con la posa dell’ alettone verniciato e finito a parte. Per concludere farei un cenno sull’assetto della vettura. Il Presidente del Club, Nicola Sandivasci mi ha insegnato che un assetto basso ed “aggressivo” è fondamentale per la buona riuscita di un modello. Devo dire che la peculiarità di questa vettura oltre che la notevole mole è un assetto molto basso. Ebbene, ho eliminato gli assali ed ho incollato con del Vinavil le ruote complete direttamente nel passaruota. Il risultato si può notare dalle foto.

Conclusioni:  Un bel modello ma molto particolare più sul lato meccanico che sulla spettacolarità visiva. Ritengo comunque sia un pezzo immancabile in una collezione complessa e varia come la 24 ore di Le Mans.

 

Massimo Geminiani  (Luglio 2009)

 

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