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       FERRARI 333 SP , LE MANS 1997 #4 - a cura di Massimo GEMINIANI

 

La vettura:  La vettura nacque nel 1993 (ed esordì in pista nel 1994) con la collaborazione della Dallara Automobili, con l'intento di fornire ai clienti del Cavallino un prototipo di altissimo livello (al costo di 640 milioni di Lire di allora), la cui tecnologia derivasse direttamente dalla F 1. L'impegno vincolante da parte della casa di Maranello nei confronti dei propri clienti sarebbe stato quello di non schierare mai una vettura in veste ufficiale. Il motore per la categoria prototipi, era un 12 cilindri a V di 60°, 5 valvole per cilindro e 3997 cc. La potenza era di circa 650 CV. Per la serie IMSA il motore era derivato, così come imposto dal regolamento, da una vettura stradale e precisamente dalla F 50. Il telaio, interamente in fibra di carbonio come detto fu realizzato dalla Dallara. La carrozzeria dalla Michelotto di Padova che, dal 1997 ne curò gli sviluppi successivi dopo che la Ferrari le affidò la gestione globale del progetto. L'Albo d'oro di questa vettura è di primissimo piano: 69 pole-position, 56 vittorie assolute e 8 di classe. Sebring, Daytona e Le Mans le vittorie più emblematiche. La mia considerazione è questa:  se la Ferrari avesse creduto di più in questo progetto e ne avesse seguito direttamente lo sviluppo e la gestione in pista, probabilmente oggi si potrebbe parlare di uno dei più grandi prototipi della storia dell'automobilismo..

La 24h del 1997: La griglia di partenza era composta prevalentemente da vetture della categoria GT  dove la Porsche e la Nissan schierarono ufficialmente la proprie GT1 e le McLaren, con la collaborazione della BMW Motorsport, le proprie F1 GTR. Tra i prototipi, nella categoria LMP, vennero iscritte poche vetture in quanto furono penalizzate da un regolamento tecnico restrittivo rispetto a quello delle GT. Interessante e curioso rilevare l'iscrizione di una Courage C36 ufficiale con l'equipaggio formato, oltre che da Oliver Grouillard, dagli Andretti, padre e figlio. La gara confermò il dominio previsto delle GT1 ma un po' per rotture meccaniche, un po' per errori di guida ed incidenti, a vincere a sorpresa, replicando il risultato dell'anno precedente, fu la TWR Porsche-Joest di Alboreto-Kristensen-Johansson. L'italiano stabilì anche il giro più veloce in gara. La “nostra” 333 SP ebbe pochissima fortuna. Si ritirò dopo solo 3 ore di corsa per problemi di pescaggio benzina.

Il mio modello Kit della Provence Moulage n° 1263 é composto da 44 pezzi complessivi di diversi materiali. La scocca ed il pianale, come di consueto per la casa francese sono stampati in resina e presentano diverse bolle (nei passaruota posteriori e sullo splitter anteriore) provocate da difetti di fusione. Le fotoincisioni sono allineate ai kit di questa marca e sono abbastanza grezze. I particolari sono scarsamente dettagliati e nulla vieta di “arricchire” il modello con pezzi after-market.

Montaggio: Dopo aver verificato che il telaio fosse dritto e senza grossi difetti, ho iniziato a sgrossare il tutto eliminando gli abbondanti residui di stampa. Ho accoppiato a secco il telaio stesso al pianale ed eseguito i fori filettati per per le viti che mi permetteranno di unire i due pezzi e fissare il modello finito alla basetta. Ho rimosso i fari posteriori (brutti e grossi) che ho sostituito con due pezzi in fotoincisione auto costruiti che andrò a posizionare quando il lavoro sarà in pratica finito. Altri particolari da recuperare dal magazzino sono il gancio traino anteriore, il tappo di rifornimento rapido ed il sollevatore idraulico posteriore.

Abitacolo: Molto spartano e quindi via, sotto con i particolari. Innanzi tutto ho provveduto a rimuovere con l'aiuto di una fresa il sedile esistente. Nel magazzino che tutti i modellisti dovrebbero avere ne ho recuperato uno e, dopo averlo sagomato e portato a misura ed inserito nella vasca del telaio che nel frattempo ho dovuto allargare e modellare. Per le cinture di sicurezza ho usato il prodotto della Letraset, Letraline blu, aggiungendo le fibbie in fotoincisione e la decals con stampigliato la marca delle cinture che al contrario di quanto fornito nel kit, erano delle Willans e non Simpson. Ho posizionato un nuova centralina, qualche cablaggio, l'estintore (auto-costruito), la leva del cambio in fotoincisione ed un nuovo volante perché quello fornito è di diametro troppo grosso. Ho usato TF 46 Tron che mi è sembrato il più corretto. A lavoro finito (vedi foto) il risultato mi è sembrato ottimo.

Alettone: E' composto da 4 parti e per farle combaciare rendendo l'insieme simmetrico non è stato certo facile. Occorre fissare le derive al pezzo principale usando del cianolyt. Poi incollarle definitivamente con colla a due componenti per solidificare il tutto. Solo quando tutto sarà ben asciutto aggiungeremo il piccolo elemento deportante. Terminato l'assemblaggio, il tutto andrà verniciato in nero. Dopo si applicheranno le decals e una volta ben asciutte si passerà una vernice trasparente lucida.

Verniciatura: Vernice consigliata dal produttore è il Duplicolor F101-107580, impossibile da trovare nei colorifici di mia fiducia. Io ho optato per il prodotto Talken Fiat 497 Bleu Cannes leggermente più chiara di quella consigliata. Rilevando il colore dalle foto recuperate su internet mi sembra che la scelta eseguita sia la più vicina alla realtà. Il Fondo, le minigonne ed i raccordi dello splitter anteriore sono nero opaco Talken Ral 9005.

Decals: Eccoci al punto nevralgico di questo montaggio. Le decals da applicare sono tante ed alcune di considerevole superficie. Visto l'anzianità del kit ho previsto che il foglietto potesse essere leggermente secco, compromettendo l'integrità delle decals stesse. Non avendo modo di poter verificare questa affermazione (per non rovinarne parte) ho steso a pennello su tutto il foglio il prodotto Microscale-liquid decal film, che oltre a proteggerle, ne irrobustisce la pellicola permettendo una “facile” applicazione. Ho messo volontariamente la parola facile tra virgolette perché di semplice in questa fase non c'è nulla. Con il trattamento appena spiegato occorre tagliare “al pelo” tutti i fregi. Io ho preferito separare dagli stessi le “virgole” gialle che ho posizionato successivamente. Applicare delicatamente la decals con l'aiuto di un ammorbidente specifico e far aderire perfettamente il fregio col l'aiuto di un cotton-fioc alla linea della vettura. Quando la decals è posizionata ma ancora umida si provvederà ad asciugarla con un phon. Purtroppo alcuni spazi della carrozzeria non si riescono a coprire in toto e quindi, con un lavoro certosino di precisione millimetrica si provvederà a farlo con la decals fornita in aggiunta. Qualche ritocco ulteriore con della vernice Humbrol sui fregi bianchi e blu ed il lavoro è terminato. Finiamo il modello con un paio di mani di trasparente lucido Kristall della Talken.

Cerchi: Ho sostituito gli originali con i W 44 di Sprint 43 (vedi foto) che considero i migliori reperibili sul mercato. Ho completato le ruote inserendo nelle stesse i freni a disco della stessa marca Z 15 in fotoincisione.

Finitura: A questo punto dobbiamo verniciare di nero satinato lo splitter anteriore che andrà raccordato con le estremità in fotoincisione che avremo nel frattempo preparato. La bocca del radiatore anteriore andrà in nero opaco. Ed in nero satinato la zona interna dell'abitacolo. Gli specchi retrovisori (bianchi) io li ho montati sulla carrozzeria prima di dare le mani di trasparente ma nulla vieta di posizionarli alla fine del lavoro.

Conclusioni:  Il modello è molto bello, il kit un po' meno e per modificarlo occorre un certa esperienza  e parecchio materiale after-market come spiegato. Questi interventi sono “quasi” obbligatori per impreziosire il tutto e a lavoro finito se ne può apprezzare la bontà.. Graficamente è un modello che non può mancare a chi colleziona le vetture che hanno partecipato alla 24 Ore di Le Mans.

 

 

Massimo Geminiani  (Febbraio 2013)

 

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