Le fasi di montaggio di un modello in kit con tutti i suoi risvolti

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MERCEDES-BENZ C 11

24 Ore di Le Mans 1991

LA VETTURA  La Mercedes-Benz C 11 apparteneva alla categoria “Gruppo C” ed era stata schierata dalla Casa tedesca tramite la Sauber nel Campionato mondiale Sport Prototipi 1990-1991. Costruita dalla scuderia svizzera, per la prima volta viene identificata solo con il nome Mercedes-Benz anziché accompagnato dal nome Sauber come in precedenza. Mossa da un motore V 8 Mercedes-Benz di 4.973 cc a 90° sovralimentato per mezzo di 2 turbocompressori KKK era in grado di sviluppare una potenza di circa 730 CV a 7.000 giri/min. Il telaio era in fibra di carbonio e la carrozzeria in kevlar e carbonio. Aveva un cambio a 5 marce e il peso complessivo era di 900 kg.

LA 24 ORE DEL 1991  In quell’anno la gara francese rientra a far parte del mondiale prototipi. La Mercedes schiera 3 vetture (n° 1 per Schlesser-Mass-Fertè; la n° 31 per Wendlinger-Schumacher-Kreuzpoitner; la n° 32 per Palmer-Tiim-Dickens) e le C 11 partono con i favori del pronostico. Purtroppo però, si verificano alcuni banali inconvenienti meccanici ed un guasto all’alternatore provoca la rottura dei motori di due vetture. La superstite arriva 5° assoluta ed in un turno di guida Michael Scumacher, che ancora non è il “cannibale” ottiene il giro più veloce della gara.

IL MIO MODELLO  La scelta cade inevitabilmente sull’unica vettura arrivata, tra l’altro schierata con alla guida 3 giovani piloti in una sorta di “Junior Team Mercedes”.

Dopo una lunga ricerca trovo un Kit PROVENCE MOULAGE (n° k601) su Internet e lo acquisto per Euro 32,00. Da una prima analisi sono di fronte al solito kit della casa francese: una ventina di pezzi fra resina e fotoincisioni più i cerchi ed il plexiglass per i vetri (leggermente ingiallito) e decals. Foglio di istruzioni assente ma è presente un foglietto con le fotografie delle 3 vetture di cui è possibile realizzare il modello. Oggi comunque su Internet possiamo trovare foto esaurienti della vettura in gara e di particolari nascosti.

Montaggio:  Inizio con il togliere i residui di bava dello stampo e subito la resina nasconde le bolle provocate da una fusione non perfetta che ovviamente elimino con dello stucco da carrozziere bi-componente. Amplio poi gli sfoghi dell’aria calda dal tetto che mi sembrano appena accennati e tutte le prese NACA che sono poco profonde. Le prese d’aria dei freni anteriori invece le rendo “tridimensionali” eseguendo con la punta di un trapano il foro. Anche i bocchettoni del rifornimento non mi sembrano realistici e decido quindi di ampliarne il foro e usare i tappi in fotoincisione del Le Mans Model Fan Club. Ritraccio con un cutter tutte le intercapedini e aggiungo le file di rivetti che in alcune parti della carrozzeria mancano totalmente. L’abitacolo è nelle stesse condizioni della carrozzeria e con attenzione e stucco cerco di sistemarlo. Aggiungo solo un estintore che lascerò in metallo naturale così come era nella realtà e la leva del cambio tornita. Per quanto riguarda le ruote devo segnalare modifiche corpose. Le gomme sono errate e sono state sostituite con un treno recuperato nel cassetto di “scarti” che ogni modellista dovrebbe avere. All’interno dei cerchi ho aggiunto i dischi freno e relative pinze in fotoincisione visto che nella realtà si vedevano eccome. Al centro delle razze ho infine aggiunto i ganci di sicurezza. Ovviamente tutto questo materiale extra non era presente nella scatola di montaggio ma è stato aggiunto ex-novo, così come il tergi, “recuperato” in fotoincisione. L’alettone è stato completamente autocostruito in quanto ho trovato l’originale piegato ed in un unico pezzo mentre nella realtà  è costituito da due elementi. Ho utilizzato invece i fari da scatola che sono di ottima fattura. Ho sostituito solo le frecce presenti nelle cupole dei fari anteriori. Ai piedi del parabrezza sul lato destro ho rifatto il pulsante stacca-batteria con la capocchia di uno spillo dipinta di rosso.

Verniciatura:  Dopo un paio di passate di vernice di fondo intervallate da una carteggiata con della carta ad acqua di grano finissimo (800-1.000) passo alla verniciatura della carrozzeria che eseguo in quattro mani leggerissime. La referenza scelta è GRIGIO CHIARO MET. FIAT 620. Per l’abitacolo, lo splitter anteriore, le minigonne, i cerchi completi e l’alettone (eccetto le paratie che sono grigie come la carrozzeria) ho usato il NERO OPACO RAL 9005. Il sedile è stato rifinito con dell’opacizzante per rendere l’insieme più realistico, composto anche dalle cinture (rosse) e i ganci di sicurezza.

Finitura:  La posa decals va fatta con molta attenzione in quanto sono piuttosto difficili da ammorbidire (ho usato l’ammorbidente Tron) e nei “punti caldi” occorre avere un po’ di pazienza per farle aderire bene. Ho riscontrato un errore di sequenza degli sponsor sulle fiancate: quella esatta è Sachs-Good Year-Castrol (nel senso di marcia) ed una delle due è invertita. Dopo la posa delle decals e dato che è tutto a posto procedo con lo  stendere 3 mani leggerissime di trasparente lucido. Ho terminato gli specchietti solo dopo montati e li ho verniciati in Giallo Cobalto, il quale secondo me, è il colore che più si avvicina al giallo fluorescente usato per la banda antiriflesso del parabrezza.

Conclusioni:  Purtroppo la PM negli ultimi anni della sua esistenza ha commercializzato kit di bassa fattura rispetto alla produzione italiana. E’ anche vero che riusciva ogni anno a farci avere lo schieramento completo della 24 ore (!) e forse è la cosa che ci manca di più. Il modello montato è nello standard qualitativo detto e, se non arricchito da particolari significativi, risulterebbe essere piuttosto “piatto”. A lavoro ultimato mi sembra sia degno di essere esposto nella mia vetrinetta e di essere ricordato come il modello (unico) con il quale il grandissimo Schumacher ha corso a Le Mans.

 

Massimo Geminiani

  (Febbraio 2009)

 


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